Tradizione come leva di innovazione e creatività
Sempre Parigi, ancora settimana della moda. In tempi incerti come quelli che abbiamo vissuto con il COVID, a cui ora si aggiunge un conflitto bellico, la moda, risente della contingenza con un effetto boomerang. La crisi porta inizialmente sgomento e arresto, ma poi, sempre, innovazione e nuova spinta. In Francia e a Parigi il binomio crisi mondiale-moda ha il curioso effetto di scatenare orgoglio nazionale e un certo senso di sfida. Il mondo crolla e a Parigi si srotolano le sete più preziose e si imbastiscono i ricami più impegnativi. Quasi a voler mistificare il disastro e il dramma con la bellezza e il glamour. Questione di tradizione francese, parigina. Una tradizione fonte di orgoglio e leva per garantire i fatturati a cui attingono molti marchi.
Parisian glamour @ Saint Laurent
Anthony Vaccarello riconferma il suo talento nell’interpretare lo spirito Saint Laurent con una collezione che indaga le forme allungate e sinuose degli abiti in dialogo coi volumi importanti dei capi spalla. Neominimal reinventato molto glamour. Ai polsi file di bracciali etnici, chiaro omaggio a Nancy Cunard e i suoi iconici monili in avorio. Pochi colori pieni, caldi, eleganti. Nero, bianco, testa di moro. Da sfondo la spettacolare vista sullo skyline notturno di Parigi da una terrazza esclusivissima che ospitava l’evento, al Trocadero. La Tour Eiffel illuminata e scintillante come una diva da red carpet. Tra gli invitati Donatella Versace, Amber Valletta ed Eva Herzigova.
Rosa vibrante, il nuovo rosso Valentino
Lo Show in rosa “Monotono”. Usiamo il termine di Pierpaolo Piccioli che disegna il marchio Valentino. Siamo all’interno del Carreau du Temple, un ex mercato in ghisa e vetro di fine Ottocento, trasformato in centro culturale e mediatico. Marais orientale, tra Place de la Republique e Le Jardin des Archives Nationales, dove si concentrano i negozi più alternativi e cool di abbigliamento e accessori. Una collezione vasta in due soli colori: rosa, quasi fluo, per tre quarti delle uscite, e una sezione total black. Una particolare tonalità vibrante di fucsia che avvolgeva completamente anche lo spazio. Tramite questo espediente visivo-percettivo, l’occhio si concentra meglio su forme e volumi. Si scopre cosí la raffinata eleganza di una collezione mista uomo-donna. Abiti da giorno, tailleur pantalone oversize per entrambi, salopette e abiti a palloncino. Anche sportswear e abbigliamento più urban nella sezione nera. Gran finale con cappe e stole e Kristen McMenamy che, dopo 40 anni da modella, chiude ancora divina la sfilata.
Smagliante grandiosità per Balmain
La mente creativa è a volte in grado di elaborare un trauma in modo da trasformare l’evento drammatico in qualcosa di buono e grandioso. È il caso di Olivier Rousteing che ha recentemente condiviso pubblicamente immagini di ustioni e fasciature causate dall’esplosione di un caminetto nella sua abitazione privata. La collezione per il prossimo inverno presenta molti capi dotati di imbottiture e pads come a proteggere il corpo. Riferimenti alle fasciature in molti capi della collezione. Predominanza di bianco e di nero, monocromo o combinato e di sporadici toni di colore pastello, a volte oro. Raffinatezza e grandeur, come in ogni collezione disegnata Rousteing, interessanti i completi giubbotto e pantalone da motociclista in cui il Denim sostituisce la pelle. Grande maestria nell’inscenare ogni look nella giusta maniera, scegliendo la giusta successione di movimenti, opulenza anche nell’attitudine.
Il prêt-à-Couture surrealista di Schiaparelli
Un caso interessante in cui l’identità di marca è direttamente sostenuta dal rapporto con la tradizione è il recente sviluppo di Schiaparelli. Per rilanciare il marchio di Diego Della Valle, è stato scelto Daniel Roseberry. Da tre anni il designer americano è impegnato nel ridefinire i codici della Maison. Compito arduo: in questo caso l’identità Schiaparelli è forse caratterizzata principalmente dalla personalità dell’eccentrica creatrice, poi dal suo stile. Oltre a ciò, l’influenza con l’arte e il surrealismo e il confront con la cultura/mentalità di un periodo storico ormai distante. Attualizzare questi temi e trasferirli in una collezione di abiti, è l’operazione che Roseberry sta attuando con successo.
Il prossimo inverno, presentato nella sede della Maison in Place Vendôme, è un inno all’esser Diva. Stravagante ma colta, un po’ vintage, ma con quel fascino e quella verve di cui forse oggi molte donne della moda avrebbero più spesso bisogno. Pochi capi, eccentrici, ovviamente, in cui il copricapo ha sempre la funzione di suggellare l’indossato. Bianco e nero come codice di stile. Materiali e processi che si avvicinano ai metodi della Couture. Non proprio una sfilata, piuttosto una presentazione di opere d’arte. Vistose note d’oro per i monili e i maxi gioielli in perfetta atmosfera surrealista. Un guanto-ornamento con giganti cesoie in metallo dorato e cristalli Swarovski. Elsa Schiaparelli, Salvador Dalì, e per il prossimo inverno anche Edward mani di Forbice.
Hannes Klein