“Dante. La visione dell’arte”

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Una grande esposizione sulla figura del Sommo Poeta, è allestita nei Musei San Domenico e sarà aperta al pubblico fino all’11 luglio 2021. Un percorso espositivo ricchissimo, in un arco temporale che va dal Duecento al Novecento, con l’obiettivo di presentare le molteplici traduzioni figurative della potenza visionaria dello scrittore. In questo modo, la città di Forlì si trasforma in una pinacoteca dantesca. Ci sono Cimabue, Giotto, Beato Angelico, Michelangelo, Tintoretto, Canova, Andrea del Castagno, autore di una delle primissime raffigurazioni del ritratto del poeta; fino ad arrivare ai preraffaeliti, ai macchiaioli ed al Novecento, con Galileo Chini, Plinio Nomellini, Felice Casorati, Lucio Fontana, Pablo Picasso.  Più che una mostra, è un vero e proprio ‘girone monstre’, affollato di capolavori, oltre che un viaggio nella storia dell’arte tra Medioevo ed età contemporanea.

Da sinistra: Romolo Del Gobbo, Paolo e Francesca; Sascha Schneider, Giuda Iscariota

Frutto di un importante sodalizio tra due enti, l’esposizione non è solo occasione per dare corpo all’anniversario dantesco. Nel momento difficile che il mondo intero sta vivendo, intende rappresentare anche un simbolo di riscatto e di rinascita non solo del nostro Paese, ma del mondo dell’arte e dello spirito di cultura e civiltà che essa rappresenta.

Nicola Monti, L’incontro di Paolo e Francesca

Il progetto nasce da un’idea di Eike Schmidt, Direttore delle Gallerie degli Uffizi, e di Gianfranco Brunelli, Direttore delle grandi mostre della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Con loro, curatori della mostra sono il Professor Antonio Paolucci e il Professor Fernando Mazzocca, coadiuvati da un prestigioso comitato scientifico. 

Da sinistra: Eike Schmidt e Gianfranco Brunelli

La scelta di Forlì come scenario dell’esposizione è parte di una strategia di valorizzazione di un luogo e di un territorio che non costituisce solo un ponte naturale tra Toscana ed Emilia-Romagna. Forlì è città dantesca. In essa, Dante trovò rifugio, lasciata Arezzo, nell’autunno del 1302, presso gli Ordelaffi, signori ghibellini della città. In questo luogo fece ritorno, occasionalmente, anche in seguito. 

Arte Romana, Torso del Minotauro, dal gruppo con Teseo

La mostra è organizzata in sale del San Domenico ospitanti circa 300 opere tra le più significative dal Duecento al Novecento, suddivise in 18 sezioni,  in un percorso museale che comprende pittura, scultura, disegni e incisioni, manoscritti, edizioni rare. Per la prima volta, l’intimo rapporto tra Dante e l’arte viene interamente analizzato e ricostruito, presentando gli artisti che si sono cimentati nella grande sfida di rendere in immagini la potenza visionaria di Dante, delle sue opere e in particolare della Divina Commedia, o hanno trattato tematiche simili a quelle dantesche, o ancora hanno tratto da lui episodi o personaggi singoli, sganciandoli dall’intera vicenda e facendoli vivere in sé. 

Alessandro D’Este, Busto di Dante

Circa cinquanta tra dipinti, sculture e disegni le opere che le Gallerie degli Uffizi, co-organizzatrici del grande evento espositivo, hanno messo a disposizione di questa mostra. Tra queste, da segnalare, proprio il recentemente restaurato affresco di Dante di Andrea del Castagno, ‘ringiovanito’ dall’intervento di recupero dell’Opificio delle Pietre dure; le evocative illustrazioni della Divina Commedia del pittore fiorentino del Cinquecento Federico Zuccari; il ‘cinematografico’ Francesca daRimini nell’Inferno Dantesco del pittore romantico Nicola Monti, acquistato dal museo fiorentino appena lo scorso anno, in occasione del primo Dantedì (25 marzo). 

Tintoretto (Domenico Robusti), Il Paradiso

Non solo gli Uffizi, però, hanno aperto i loro ‘scrigni danteschi’, ma prestiti importanti sono arrivati anche dall’Ermitage di San Pietroburgo, dalla Walker Art Gallery di Liverpool, dalla National Gallery di Sofia, dalla Staatliche Kunstsammlungen di Dresda, dal Museum of Art di Toledo, dal Musée des Beaux-Art di Nancy, di Tours, di Anger; e poi dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, dalla Galleria Borghese, dai Musei Vaticani e dalla Biblioteca Apostolica Vaticana, dalla Biblioteca Medicea Laurenziana, dal Museo di Capodimonte, dal Musée d’Orsay, dai Musei Capitolini, dal Museo Archeologico diNapoli. Musei e biblioteche di 30 città italiane hanno prestato le loro opere, in uno sforzo che potremmo definire nazionale.

Da sinistra: Carlo Albacini, Busto di Virgilio; Andrea Del Castagno, Dante Alighieri (dal Ciclo degli uomini e donne illustri)

Il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini: “Avere qui la più importante mostra, su scala nazionale, sulla figura e le opere di Dante, nell’anno del settencentenario della sua morte, è un evento straordinario per la nostra città. Siamo di fronte a un’esposizione di indescrivibile portata che esprime pienamente, attraverso la sua potenza figurativa, il percorso di crescita culturale compiuto dalla nostra comunità in sedici anni di grandi mostre presso i Musei San Domenico. Dopo un anno così difficile, segnato indelebilmente dalle ferite del Covid, è bene riprendere il cammino puntando anche sulla cultura e su eventi di assoluta qualità come questo, con oltre trecento capolavori. In questa direzione, l’Amministrazione Comunale, grazie al prezioso e costante contributo della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, si sta muovendo con rinnovato impegno per giungere ad una piena valorizzazione del patrimonio artistico e monumentale della nostra città, attraverso la celebrazione delle sue eccellenze tutto l’anno”.

Michelangelo Buonarroti, Pietà

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “In questo 2021, per il settecentenario della morte, l’Italia commemora solennemente per la quarta volta il sommo poeta, in grande stile e a livello nazionale. Gli Uffizi, che nelle occasioni precedenti si erano limitati a prestare qualche dipinto o disegno a mostre organizzate da altri istituti, tenutesi principalmente nelle biblioteche, prendono ora per la prima volta un ruolo attivo nella condivisione, promozione, ricerca e conoscenza dell’Alighieri e della sua fortuna figurativa, che culmina nella collaborazione con la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Unendo le nostre forze, nel complesso di San Domenico riusciamo a offrire l’occasione irripetibile di ammirare e studiare le tracce della Commedia e della Vita Nova nella cultura italiana ed europea. Non a caso abbiamo scelto Forlì, una delle tappe dell’esilio di Dante, per giunta posta sulla strada tra Firenze e Ravenna: un luogo neutrale per non riaccendere la secolare rivalità tra la città di nascita e quella della morte, ma ancora di più per valorizzare l’importanza dell’Italia tutta, cui Dante universalmente appartiene”.

Da sinistra: Artista dell’Italia Centrale (tradizionalmente attribuito a Michelangelo Buonarroti), Ratto di Ganimede; Franz Von Stuck, Lucifero

https://www.mostradante.it

Foto di Fabio Blaco