Ultimo mese per visitare EXPO Dubai

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Dubai capitale mondiale delle nuove prospettive tecnologiche, del glamour, dello shopping. Ma anche vetrina internazionale del futuro, non solo tecnologico, ma anche sostenibile e innovativo. Questo luogo particolare del Medio Oriente, che da villaggio di pescatori di perle è diventato in meno di due secoli una delle capitali più tecnologiche al mondo, oggi si presenta come un grandioso laboratorio di ingegneria e di architettura. E solo questo vale una visita. E poi c’è l’Expo 2020 che, nonostante la pandemia, ha saputo offrire uno spettacolo straordinario di idee e di innovazione. C’è tempo fino al 31 marzo per cogliere questa possibilità di gettare uno sguardo sul futuro possibile del pianeta. Proprio in questo periodo sono molte le regioni italiane all’Expo di Dubai stanno presentando le proprie opportunità di visita e di investimenti economici, segno del grande interesse internazionale suscitato dall’esposizione.

LA STORIA. Nel 1833, narrano le storie locali, Dubai è governata dalla tribù Al Maktoum, la casata che ancora oggi la guida. Base dell’economia sono le perle che vengono commercializzate in Medio Oriente arrivando anche sui mercati europei. La svolta arriva nel 1958, quando sua altezza lo sceicco Rashid bin Saeed Al Maktoum diventa governatore di Dubai e resta alla guida per 32 anni. Nel frattempo molte cose sono cambiate e l’emirato, che nel 1966 ha scoperto il petrolio, ha già dato un’impronta internazionale alla propria economia, con una crescita verticale della propria ricchezza. Nel 1971 Dubai e gli altri emirati arabi costituiscono gli Emirati Arabi Uniti, che rafforzano il ruolo dei singoli componenti in campo economico mondiale. Nel 1979 viene aperto il Dubai World Trade Center, un grattacielo bianco di “soli” 38 piani, ancora oggi visibile e ben conservato, e chiamato affettuosamente “il nonno” dagli emiratini. E in effetti, rispetto a tutto quello che verrà innalzato negli anni successivi, fino all’incredibile Burj Khalifa del 2010, la torre più alta del mondo con i suoi 828 metri di altezza, oggi il “nonno” appare come un modesto
edificio dall’aria retrò.

LA CITTÁ DALL’ALTO. I grattacieli di Dubai sono un’esperienza imperdibile, soprattutto per noi europei abituati a “misure” molto diverse. A partire proprio dallo svettante Burj Khalifa, sul quale si può salire fino al livello 124, a 452 metri d’altezza.

Da qui una terrazza a vetri permette di guardare dall’alto una selva di grattacieli e la laguna interna ricavata nell’area attorniata da una serie di eleganti edifici e di un gigantesco mall, brulicante di negozi e locali, il Dowtown Dubai. Di sera qui lo spettacolo è assicurato dalle fontane danzanti a suon di musica e dallo spettacolare gioco di luci proiettato sul Burj Khalifa e sugli edifici circostanti.

Altro polo d’attrazione è The Wiew at The Palm, uno spettacolare colpo d’occhio dal 52° piano del The Palm Tower, a circa 250 metri d’altezza, che permette di ammirare la penisola artificiale a forma di palma che si staglia sul mare del Golfo Arabico, la Palm Jumeirah. Un’opera ciclopica, che viene spiegata attraverso una serie di tavole in una grande sala della torre, e che oggi ospita alberghi e residenza di lusso. Questa zona è collegata al resto della città da un treno monorotaia che termina la sua corsa davanti all’imponente hotel Atlantis che ospita al suo interno anche un bellissimo acquario brulicanti di pesci tropicali e oceanici.

IL SIMBOLO. Se il Burj Khalifa è il grattacielo più ardito di Dubai, il luogo simbolo, quello che resta nell’immaginario collettivo dei visitatori, è però lo scenografico Burj Al Arab, più noto come la Vela, l’avveniristico hotel di lusso a sette stelle, unico di questa categoria al mondo, che si staglia sul Golfo Arabico nella zona di Jumeirah. Luogo esclusivo, dove si entra solo con una prenotazione, anche solamente per bere un cocktail. Diciamolo pure, il lusso a Dubai è di casa. Ma non è l’unica realtà. Anzi, sono molte le opportunità di svago a portata di tutti. Spettacolare è l’esperienza della ruota più grande del mondo (è alta 250 metri) nella zona di Bluewater mentre una passeggiata nella zona della Marina, dove si possono anche fare escursioni in battello, fa scoprire un’ulteriore vista dei grattacieli. Di attrazioni Dubai ne offre parecchie, dai parchi acquatici agli acquari, dagli interminabili giri nei mall per gli appassionati dello shopping, che qui ha una delle sue capitali mondiali, fino all’avventura dello sci al coperto. Si può mangiare in tantissimi locali di cucina libanese, araba, indiana e cinese a costi molto contenuti fino alle proposte di ristoranti di alto livello a costi impegnativi. La scelta per i visitatori è molto ampia.

LA CORNICE D’ORO. Tra le cose da vedere, oltre ai quartieri del design e quello finanziario, oltre alla cosiddetta città vecchia (in realtà rifatta ad uso turistico, anche se con un certo buon gusto) con il suo suk pieno di profumi speziati e di colori che si trova oltre il Creek, il braccio di mare che separa le due aree di Dubai, merita una tappa il Frame, la gigantesca cornice dorata (ricoperta di vero oro zecchino) alta 150 metri, larga 93 e con un ponte che collega le due torri. La struttura della Dubai Frame è unica nel suo genere. Simile alla cornice di un quadro, in direzione nord permette la vista sulla parte storica di Dubai, mentre in direzione sud offre uno squarcio mozzafiato sullo skyline della città moderna. Qualcuno dirà che tutto questo assomiglia un po’ a Disneyland. Può darsi, in realtà questo luogo è frutto di una visione ben precisa, di un luogo dove si realizzano le idee più ardite per il futuro. Camminare per i quartieri avveniristici di Dubai dà spesso questa impressione, come osservare la metropolitana di superficie che percorre la città fino all’aeroporto.

L’EXPO. Ma tutto questo diventa sensazione netta all’Expo, la prima Esposizione Universale che si svolge in un Paese arabo. Sono 192 i Paesi partecipanti, su un’area di oltre quattro chilometri quadrati dove si trovano esperienze tecnologie all’avanguardia, arte e cultura in un ambiente avveniristico. La pandemia ha molto ridimensionato le previsioni che stimavano 20 milioni di visitatori a fine kermesse. Ora si prevede saranno circa la metà. Ma il valore di questa manifestazione che ha sviluppato i temi della sostenibilità, dell’opportunità e della mobilità in numerose declinazioni, non è stato scalfito dalle defezioni causate dal Covid 19.

Anche qui le esperienze spettacolari non fanno difetto. Uno dei padiglioni più emozionanti è quello dell’Arabia Saudita, già di per sé un capolavoro architettonico, che accoglie il visitatore in una specie d’imbuto accompagnandolo in un ampio spazio interno dove vengono proiettate immagini gigantesche di mondi primordiali e poi di luoghi reali, un viaggio ideale dai tempi remoti fino al presente. Il Kazachistan offre anche una strepitosa performance dal vivo con una contorsionista-ballerina che ha come partner una ciclopica mano robotica. Solo per citare qualche effetto speciale. Gli Stati Uniti hanno portato qui una parte del missile Saturn e la copia del modulo Lem. Un padiglione speciale è quello dedicato alle Donne, un’esperienza singolare fatta di centinaia di testimonianze per immagini, parole e situazioni, messa a disposizione dalla Maison Cartier. Nel padiglione degli Emirati Arabi l’archistar Santiago Calatrava propone il suo “falco”, un uccello dalle ali tecnologiche a pannelli solari che si aprono e si chiudono con il sole.

Expo è anche la passerella del genio creativo, dei luoghi delle persone, della loro vita quotidiana di oggi, del loro passato e del loro futuro, il luogo dove si pensa il mondo che verrà. In questo senso si posiziona il padiglione Italia, che non ha entusiasmato tutti ma che ha anche riscosso lusinghieri consensi. Si trova nell’area dedicata alle opportunità e offre diversi spunti di riflessione. Con una superficie di 3.500 metri quadrati e con un’altezza di 25 metri raccoglie in sé il concetto della sostenibilità, con un pavimento fatto di materiale riciclato, e della valorizzazione della propria storia, a partire dalla statua simbolo del David di Michelangelo e dalle immagini dell’Italia che scorrono come in un film. Al terzo piano una clessidra, poi, scendendo, un gigantesco pianoforte e violini alle pareti, quindi un motore d’aereo. Un padiglione concettuale e visionario, nello spirito dell’Esposizione universale, omaggio all’umanità in tutti i suoi colori e opportunità.

Elena Cardinali

Si ringrazia per le foto: Sabrina Talarico e Donatella Luccarini