Inverno in Carinzia

Attualità, Austria, Carinzia, Cibo, Cucina, Cultura, CULTURE, Divertimento, Evento, EVENTS, Food, Inverno, Montagna, NATURE, News, Primo piano, ristorazione, Sciare, Sport, TRAVEL, Turismo, Viaggi, WORLD

Visto il clima non ideale, quest’anno la stagione degli sci si è fatta un po’ attendere, ma finalmente anche in Carinzia (Austria) sono aperti tutti i 23 comprensori sciistici della regione, con più di 800 chilometri di piste. Confessiamo di non averli visitati tutti e 23, per cui (onestamente) non sappiamo fare una graduatoria, ma garantiamo che è godibilissima la zona di Katschberg-Rennweg, con 70 chilometri di pista serviti da 16 impianti di risalita, per la maggior parte a misura di bambino; e una volta alla settimana qui si organizza lo sci in notturna.

Inverno al Wörthersee

Qualche dettaglio logistico: la Carinzia è la zona più meridionale dell’Austria, vi si arriva comodamente dall’Italia con l’autostrada A23 che da Udine scavalca il passo del Tarvisio; se si sceglie il treno, da Venezia ci vogliono 3 ore, il resto dipende dal gioco delle coincidenze, e almeno nel giorno e nelle ore in cui abbiamo viaggiato noi, si è rivelato più veloce il tragitto ferroviario da Roma che da Torino (strano ma vero).

Kärnten

Se si va a sciare, come detto, nella zona di Katschberg-Rennweg nelle settimane dell’Avvento, all’esperienza dello sci si può associare un “must” natalizio: gli impianti di risalita si affacciano su una vallata che sull’altro lato ospita il Katschberger Adventweg, cioè (tradotto in italiano) il Sentiero dell’Avvento, un percorso che si snoda quasi in piano a un’altezza di 1750 metri; lo abbiamo sperimentato di notte ed è stata un’esperienza magica.

In questi giorni il luogo è già tutto innevato. Si arriva in auto fino a uno spiazzo da dove partono slitte trainate da grossi cavalli; un tragitto in slitta di un paio di chilometri conduce a un secondo spiazzo, con un ristorante rustico in legno e qualche altra struttura; qui ci si munisce, per 20 euro, di un piccolo thermos, che lungo il successivo sentiero a piedi si può riempire tutte le volte che si vuole, e senza più pagare, di vin brulé, o di una bevanda alcolica locale alla mela, oppure di tè.

Torre panoramica Pyramidenkogel

Il Sentiero dell’Avvento si snoda per diversi chilometri, si percorre dopo il tramonto, è illuminato da lanterne ed è costellato di piccole baite, posti di ristoro, presepi e intermezzi di cantori e musicisti del posto. A incamminarsi sono famiglie, bambini, anche anziani, purché in buona salute (purtroppo il percorso non è praticabile da chi avesse degli handicap); c’è molta atmosfera natalizia e fa anche un gran freddo, perciò il vin brulé o i suoi succedanei vanno giù a garganella. Rientrati al ristorante sono consigliate l’ottima zuppa di patate e il già citato raviolone che è tipico della cucina carinziana.

Ma la Carinzia non esaurisce le sue attrattive sul monte Katschberg. Che si arrivi dall’Italia in auto o in treno, la prima cittadina che si trova, appena oltrepassato il confine, è Villach, in italiano Villaco. Qui è nato Paracelso, il famoso medico ed esoterista di cui si conserva la casa, con ritratto-medaglione scolpito sulla facciata. Nelle vicinanze spiccano un bel palazzo color terracotta, la Neumannhaus, e una sontuosa dimora rinascimentale di nome Grottenegghaus, ma Villach va fiera soprattutto del Duomo di San Giacomo, e nei giorni dell’Avvento in cui l’abbiamo visitata tutto ruota attorno al vivacissimo mercatino natalizio della piazza principale.

All’imbrunire si passeggia nel Winter Wunder Wald, cioè il “Bosco incantato” illuminato con tante lucette colorate per le feste. E di sera abbiamo cenato nel ristorante stellato Lagana, che fa parte dell’Hotel Voco in Europaplatz 1-2. Il giorno dopo, un breve tragitto in auto ci ha portato nella città capoluogo Klagenfurt, che a sua volta ospita un grande mercatino natalizio, su cui veglia una rassicurante statua verdognola dell’imperatrice Maria Teresa ma spiccano anche quelle, nere e inquietanti, di un drago e di un eroe locale, che a suo tempo lo ha meritoriamente ucciso ripristinando la tranquillità del posto.

Nel Medioevo, nel Rinascimento e nella prima Età Moderna a Klagenfurt c’era un Parlamento regionale, ospitato in un palazzo di nome Landhaus, al cui interno si può tuttora ammirare qualcosa di stupendo: un’enorme sala (la chiamano Wappensaal) con affreschi di delegazioni di nobili che rendono omaggio a vari imperatori austriaci, ma soprattutto con le pareti piene degli stemmi delle famiglie aristocratiche locali, alcune delle quali portano nomi italiani anziché tedeschi (ci sono anche degli Orsini, però sembra che non abbiano alcuna relazione con quelli di Roma); e ci ha sorpreso apprendere che diversi castelli carinziani appartengono tutt’ora alle dinastie che li avevano in possesso nel Medioevo o nel Rinascimento, mentre si sa quanto è facile che i secoli disperdano i patrimoni o estinguano i lignaggi. Dentro al corpo della Landhaus è ospitato anche il ristorante (Landshaushof) dove abbiamo pranzato.

Nel primo pomeriggio abbiamo raggiunto una torre panoramica, la Pyramidenkogel, che vanta di essere la più alta del mondo fatta di legno (100 metri) e domina uno spettacolare scenario di monti, laghi e laghetti carinziani; la divertente bizzarria di questa Piramide è che dalla sua cima si può scivolare fino alla base dentro un tubo come quelli dei parchi acquatici; però si scende vestiti, a bordo di una specie di piccola e velocissima slitta.

Klagenfurt si affaccia per un pezzettino su un lago, chiamato Wörthersee, che sembra allungare un suo braccio proprio per lambire la città; il lago è solcato da traghetti che si dirigono verso un’amena località di nome Velden, ma noi non ci siamo imbarcati a Klagenfurt, abbiamo preferito farlo da un piccolo borgo chiamato Maria Wörth, che ospita due chiese stranamente vicinissime e fronteggiatesi (ci sarà stata di certo una forte rivalità di campanile) e ha un molo frequentato non solo da chi sale sui traghetti, ma anche da una piccola folla di appassionati di modellini di barche spinte da motorini elettrici; e non mancano cani che si gettano entusiasticamente nelle acque gelide per andare a recuperare i babaci di gomma lanciati dai padroni e tornare felici e scodinzolanti.

Scesi dal traghetto, a Velden siamo stati accolti da un altro mercatino natalizio e da un bellissimo spettacolo di luci serali, che abbiamo apprezzato in sommo grado dalla sommità della ruota panoramica del luna park. Per chi fosse interessato, a Velden c’è pure un casinò. Cena consigliata nel ristorante Wranissimo.

La mattina dopo visita al villaggio di Arriach, che è stato gratificato da un presidio Slow Food, peraltro con cibi di semplice fattura (come i ravioloni carinziani e un pandolce locale con fichi, uvetta, nocciole e scaglie di cioccolato); più tardi siamo arrivati e abbiamo fatto check-in nell’albergo Lärchenhof a Solda, una località sulle prime pendici del monte Katschberg. E qui il cerchio si chiude, con il Sentiero dell’Avvento.

Concludiamo osservando che la Carinzia ospita diverse spa, per riscaldarsi in acque termali dopo aver fatto tanto movimento al freddo. E mettendo assieme sci e terme, la stagione invernale in questa regione ha molto da offrire anche dopo che sarà finita la magia dell’Avvento.

https://www.carinzia.at

Luigi Grassia