Una primavera ricca di viaggi
I viaggi organizzati da Kel 12 di Pasqua e di primavera ti portano nuovamente nel Vicino e Medio Oriente, alla scoperta delle ricchezze culturali e archeologiche e delle bellezze naturali della Turchia, crocevia storico tra Europa e Asia, della Giordania, dove Petra fiorì grazie ai Nabatei, del Libano, il Paese dei cedri dal fascino millenario, e dell’Oman, dove i deserti della penisola araba incontrano l’Oceano Indiano.
Di seguito, la descrizione di alcune proposte di viaggio.
La costa meridionale della Turchia, una delle regioni più affascinanti dell’intero Mediterraneo, conserva un autentico compendio dell’arte e dell’architettura classiche. Crocevia di antiche civiltà, di traffici e scambi culturali, purtroppo è stata contaminata dal turismo di massa e dall’edilizia selvaggia; a pochi chilometri dalla costa, però, lasciatisi alle spalle gli affollati centri balneari e addentrandosi tra vaste pinete e maestose foreste di cipressi secolari, è possibile raggiungere alcune città le cui origini si perdono nei meandri della Storia e che ancora attendono di essere esplorate. A causa della loro posizione, sono note anche come “le città nelle nuvole”.
Non lontano dalla popolosa Antalya si visitano tre insediamenti di spettacolare bellezza. Le rovine di Selge, uno dei tesori nascosti più sorprendenti della regione, sparse attorno all’odierno villaggio di Altikaya, sorgono su un altopiano a circa 1000 metri di altitudine sul versante meridionale dei monti del Tauro. I resti della città sono dominati dallo spettacolare teatro, che poteva ospitare circa 16.000 spettatori. La silente città di Termessos, arroccata su una specie di nido d’aquila, a 1050 metri sul livello del mare, è raggiungibile in circa mezz’ora solo lungo un erto sentiero: la fatica è però ampiamente ripagata dal fascino che permea l’intero sito archeologico, le cui rovine sono avvolte da una fitta vegetazione, in uno scenario naturale grandioso. La magnifica Sagalassos, situata sulle pendici del monte Akdağ a un’altitudine di circa 1500 metri, è stata riportata in parte agli antichi splendori da accurate campagne di scavo. Le sue rovine sono grandiose, addirittura mozzafiato: spiccano un magnifico santuario (o heroon) e il superbo ninfeo di età antonina, pressoché unico nel suo genere per completezza, tanto che vi sgorga ancora l’acqua come due millenni addietro. In queste magiche località si può ancora assaporare l’appagante illusione di essere ritornati ai tempi eroici dell’archeologia.
Terra di frontiera tra Europa e Asia, in bilico fra progresso e tradizione, la Turchia è al centro della nostra storia fin dalle origini. Un viaggio nella regione occidentale, lungo i luoghi che hanno visto succedersi le civiltà greca, romana, bizantina e ottomana ci sorprende per lo splendore dei suoi siti archeologici. Si parte da Istanbul, capitale del mondo antico per più di 1.000 anni, magicamente sospesa tra Asia ed Europa, per poi proseguire lungo la splendida costa del Mar di Marmara e, attraversati gli Stretti dei Dardanelli, goderci Troia cantata da Omero. Quindi la graziosa Assos, sorprendente per suo grazioso porticciolo ed il tempio di Atena che lo sovrasta e l’imponente Pergamo, centro culturale che rivaleggiò con Alessandria d’Egitto.
Una deviazione verso l’interno ci porterà a Sardi, capitale del mitico re Creso e alla splendida Hierapolis, alta sopra i candidi “castelli di cotone” sottostanti e dove ancora si trova il Plutonium, letale porta di accesso al mondo degli inferi. Imperdibili anche Laodicea ed Afrodisia, Didime, Mileto e Priene, ma soprattutto Efeso, il cui tempio di Artemide era una delle sette meraviglie del mondo antico. Il tutto attraverso splendidi paesaggi naturali, che dalla frastagliata costa dell’Egeo passano alle spettacolari montagne e vallate dell’interno.
Un breve ma intenso e vario itinerario nell’Anatolia centrale, da Ankara a Konya attraverso un arido altopiano che ha visto nascere le prime comunità stanziali umane (9.000 a.C) e che custodisce una concentrazione di siti UNESCO unica al mondo. Dall’interessante Museo delle Civiltà Anatoliche di Ankara ai resti misteriosi delle città ittite di Hattusa e Yazilikaya; dal Museo a cielo aperto di Goreme alla città sotterranea di Derinkuyu; dai camini delle fate di Pasabagi al Monastero di Selime, scavato nella roccia nella Valle di Ihlara; dalle chiese rupestri della Valle di Soganli al caravanserraglio selgiuchide di Sarihan; da Konya, con il Museo di Mevlana, un tempo sede della comunità dei dervisci rotanti, al tumulo orientale di Catalhoyuk, uno dei più antichi e grandi insediamenti neolitici conosciuti.
Da non dimenticare l’ipnotizzante danza dei dervisci rotanti. I turchi moderni sono comprensibilmente orgogliosi del loro enorme patrimonio storico e culturale e con la loro gentilezza e ospitalità contribuiscono a soddisfare le aspettative dei viaggiatori. Possibilità di effettuare un’escursione in mongolfiera al mattino per ammirare dall’alto questo straordinario ambiente lunare.
Il mare “Portatore di brezze dai profumi sconosciuti” ha arenato sulla costa asiatica la raffinatezza della cultura greca. Nell’ambito della formazione del popolo turco, la storia ha però avuto un effetto duplice: il mare da una parte, ma dalla parte opposta, dai territori profondi dell’Anatolia, movimenti ben più traumatici hanno realizzato il cambiamento sociale e culturale del Paese.
Voltando le spalle alla costa egea, si guarda un nuovo film della storia antica che vede le marce dei persiani e poi l’affermarsi del cristianesimo e poi l’arrivo dei popoli dalle steppe dell’Asia e dell’islam, un susseguirsi di momenti che in un millennio ha cambiato non solo la storia ma anche la fisionomia stessa del popolo turco. La “Strada Reale” persiana da Efeso, attraversando tutta l’Anatolia centrale ed orientale, arrivava a Mossul, oggi in Iraq, per concludersi nel cuore dell’antica Persia. Proprio Erodoto racconta di un viaggio di Serse, figlio di Dario il Grande, attraverso la Turchia occidentale: “Serse provenendo dalla Frigia, diretto verso la Lidya, trovò un bivio, la strada di sinistra portava verso la Caria mentre la destra portava verso Sardis. Qui Serse vide un albero bellissimo, ne rimase colpito, lo adornò d’oro e lo rese sacro.”
Bianco come il latte (laban) e la neve che ricopre le montagne. Azzurro come il Mediterraneo che porta genti e racconti di terre lontane. Verde come gli ultimi cedri, millenari testimoni di un’eco senza tempo. Parlare di Libano è già intessere un mosaico di colori, visitarlo è sentirsi parte di esso. Nessun Paese europeo può vantare il multiculturalismo su cui è fondata la società libanese e poche città al mondo possono vantare una storia di migliaia di anni, come la leggendaria Byblos. Il perdurare delle differenze, sociali, religiose e anche ambientali, lungo il corso di una Storia così longeva, ha fatto in modo che, non solo fosse feconda di vestigie magnifiche, ma che continuasse tutt’oggi a ispirare una straordinaria vivacità culturale. Il nostro viaggio attraversa questo Paese, tra cromie e forme mosaicali, cercando quell’unicum continuum indispensabile per conoscerlo e cercare di comprendere ciò che è simile e ciò che è diverso da noi.
Beirut non lascia indifferenti, con i suoi mille volti attraverso distruzione e nuova vita. Scopriremo poi un territorio poliforme, in cui la costa mediterranea lascia il posto alla catena del Monte Libano e poi alla fertile valle della Beqaa, tra macchia mediterranea, vitigni, le grotte di Jeita e passi innevati fino a tarda primavera. Tre gioielli millenari promettono di sorprenderci: Byblos, continuativamente abitata da 7.000 anni, Tripoli, dal fascino arabo, e Tiro, dove si trova uno dei più grandi e meglio conservati ippodromi romani. Tra le verdeggianti colline non mancano le architetture ottomane, come il palazzo di Beiteddine, o i monasteri isolati in contesti idilliaci, come quello di Mar Antonios Qozhaya, nella Valle di Qadisha. Infine l’acropoli di Baalbek: imponente, sontuosa, solenne.
Uno dei luoghi cardine da cui si è sviluppata la nostra civiltà. Il nostro viaggio include tutti e cinque i siti patrimonio dell’umanità Unesco ma anche alcuni luoghi fuori dalle rotte turistiche: dal Museo della Resistenza di Mleeta alla Rashid Karami International Fair di Tripoli, progettata dal celebre architetto Oscar Niemeyen. Ed anche l’enogastronomia, particolarmente ricca e raffinata, ci consente di viaggiare tra i sapori mediterranei e quelli arabi, dagli influssi turchi a quelli armeni. Spesso a queste longitudini i luoghi vengono descritti come punto d’incontro tra Oriente e Occidente. Il Libano è certamente uno di questi. Ma non solo. È un po’ il cuore pulsante dell’umanità. Dove nessuno è solamente di passaggio, dove tutti finiscono per restare; dove ogni cosa che deve accadere, nel bene e nel male, accade. La sua Storia, iniziata migliaia di anni fa, è sui nostri libri di scuola; e questo viaggio la vuole percorrere tutta fino ai giorni nostri: un’eco profonda e ancora vibrante carica di passioni, ideali, leggende, tremendi conflitti, espressioni artistiche senza pari.
Gli esperti di Kel 12 conoscono bene la Giordania e i suoi siti più famosi, ma anche gli aspetti meno noti. Per questo sono in grado di proporre un’esperienza particolare per far scoprire che Petra non ha ancora rivelato tutti i suoi segreti perché vi è una Petra che non tutti quelli che vi si sono recati hanno avuto modo di conoscere. Si percorre ogni sentiero della città nabatea, si attraversa una Petra con tombe, cisterne, elaborate architetture in cui incontrare turisti è davvero raro ma dove ancora vivono i “discendenti” degli ultimi nabatei.
A Petra si trascorrono tre notti e si prevedono due ingressi giornalieri al sito archeologico più un ingresso alla Piccola Petra, per dedicare il giusto tempo ad uno dei siti archeologici più importanti al mondo. Per una mezza giornata si è a bordo di mezzi 4×4 nel Wadi Rum, alla ricerca dei luoghi più amati dal mitico Lawrence d’Arabia. Si cerca un po’ d’insolito anche nel Mar Morto. Infatti si è scelto di trascorrere l’ultima notte in Giordania nel particolare scenario aspro e coinvolgente offerto da questo particolare “mare”. In questo modo si ha effettivamente modo di apprezzare che anche una meta frequentata dal turismo oramai da molti decenni può offrire aspetti ancora ignoti e non stravolti dal turismo di massa.
Per info. sui viaggi: www.kel12.com