Passeggiando tra Barocco e Art Nouveau

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Lubiana è una città-bomboniera, attraente come una scatola di confetti nella vetrina di una pasticceria di lusso. La capitale della Slovenia si candida al ruolo di più bella dell’Europa dell’Est. Il centro storico si visita comodamente a piedi salendo fino al Castello che da una collina verde domina i paraggi (ma c’è anche l’alternativa più comoda di una funicolare). Si tratta di una fortezza vera che ha conservato l’impianto medievale, non di quelle che nel Rinascimento o nel Settecento sono state ristrutturate trasformandosi in qualcosa di simile a grandi ville.

Foto di Dean Dubokovič.

Il Castello di Lubiana conserva alte mura di difesa a strapiombo, torri imponenti (su una si può salire per ammirare il panorama della città), vaste sale con le armature dei cavalieri e c’è pure il sotterraneo con le antiche prigioni. Tanta atmosfera insomma, allietata da un teatro di marionette e da mostre permanenti o
d’occasione che raccontano la storia e la cultura della Slovenia – si segnala in particolare la Galerija Rustika di arte e artigianato. È anche possibile un tour con personaggi storici in costume e non temete l’effetto-Disneyland, tutto è fatto con misura e rigore. C’è un parco chiamato Tivoli, ma a differenza di quello di Copenaghen non è un centro di giostre, solo un parco, peraltro lussuoso, con antiche dimore nobiliari.

Foto di Nina Kurnik.

Ecco, per riprendere il discorso accennato sopra sui castelli, nel suo perimetro c’è un castello medievale reso in palazzo che si chiama Castello di Tivoli ed è appartenuto nientemeno che al maresciallo Radetzky che lo ha fatto ristrutturare (la Slovenia è appartenuta all’impero degli Asburgo). Il cuore della città può essere considerato Piazza Preseren, con la chiesa francescana dell’Annunciazione, di un originale colore rosso, e che di fronte ha non uno ma tre ponti affiancati che attraversano il fiume Ljubljanica.

Foto di Nina Kurnik.

Il ponte più famoso di Lubiana è il Ponte dei Draghi su cui bisogna spendere qualche parola. La cappella del Castello è dedicata a San Giorgio, uccisore di draghi, ma secondo una leggenda a fondare la città sarebbe stato addirittura Giasone, il capo degli Argonauti, che dopo aver rubato il Vello d’Oro avrebbe ammazzato un drago da queste parti; e i draghi raffigurati sul Ponte fanno riferimento proprio a questo mito.

Foto di Andrej Tarfila.
Foto di Nina Kurnik.

Quando si passa sotto al Ponte dei Draghi si può volgere il pensiero alla sua storia vera, non mitologica: è stato costruito nel 1900 per celebrare i 40 anni di regno di Francesco Giuseppe (infatti all’inizio si chiamava Ponte del Giubileo), ma dopo di allora l’Impero austro-ungarico durò poco, e già nel 1919 gli sloveni, entrati a far parte della Jugoslavia, cancellarono dal nome del Ponte ogni riferimento a Cecco Beppe per intitolarlo invece ai Draghi.

Foto di Nina Kurnik.

E adesso? Adesso, si può dire che a questa città il Ponte dei Draghi, a guardarlo nelle ombre e nelle luci della notte, conferisce un fascino alla Nosferatu, alla Bela Lugosi, alla Vlad Drakul. In fondo, siamo pur sempre in quella certa parte di Europa.

Foto di Nina Kurnik.
Foto di Andrej Tarfila.

Per soggiornare a Lubiana si consiglia un nuovo albergo, collocato proprio in centro e inaugurato da poche settimane: si chiama Occidental Ljubljana e appartiene alla catena Barceló. Fra le sue peculiarità c’è la vista (da alcune camere) sul Castello descritto all’inizio.

Vista sul Castello da una camera dell’Occidental Ljubljana, che appartiene alla catena Barceló

Questo nuovo Barceló ha 148 fra stanze e suite, oltre che tutti i servizi che ci si può aspettare da una struttura di questo tipo, e che vanno dalle sale fitness alla cucina locale e internazionale, e dall’accessibilità alle persone con disabilità alla fornitura di biciclette. Ci sono sale per meeting ed eventi, e l’essenziale della capitale, sia per quanto riguarda il turismo sia par la parte ufficiale (qualora si viaggiasse per lavoro) è raggiungibile nei dintorni, in pochi minuti a piedi.

Luigi Grassia