Il Dante di Wolfango

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In mostra nell’Oratorio di Santa Maria della Vita, Bologna, Via Clavature 8/10, fino al 13 febbraio 2022, a cura di Alighiera Peretti Poggi e Laura Pasquini. Wolfango Peretti Poggi, noto pittore bolognese la cui fama ha da tempo varcato non solo confini cittadini ma anche quelli nazionali, ha saputo far convivere arte, disegno, scrittura, sviluppo della lingua, scienza, filosofia, politica e l’intera conoscenza del mondo del suo tempo. Come Dante nella sua Commedia ha sperimentato il plurilinguismo, adattando ai personaggi uno specifico registro linguistico, così ha fatto Wolfango che ha attinto dal catalogo degli stili e delle tecniche pittoriche scegliendo quanto suggeritogli dalle diverse situazioni.

Nel settembre 2020 il compianto Prof. Emilio Pasquini, illustre dantista, visionò, nella casa-studio di Wolfango, un notevole numero di opere inedite inerenti alla Divina Commedia e con grande entusiasmo pensò all’organizzazione di una mostra che, a parer suo, non poteva non svolgersi nell’anno 2021, anno delle celebrazioni dantesche. Entusiasmato da questo connubio unico, propose alla figlia di Wolfango, Alighiera Peretti Poggi, di organizzare una mostra, perché “Wolfango non poteva proprio mancare in un anno dedicato a Dante, siamo nell’anno del Centenario!”. Sarebbe stato un regalo per questa città che non deve mai dimenticare di essere anch’essa città dantesca. Lo stesso giorno Pasquini contattò il prof. Fabio Roversi-Monaco, altro grande estimatore del pittore bolognese, che dopo aver a sua volta visionato le opere dantesche di Wolfango si fece in prima persona promotore dell’iniziativa coinvolgendo con il medesimo entusiasmo Graziano Campanini, direttore del Museo della Sanità e dell’Assistenza presso il Complesso monumentale di Santa Maria della Vita, e Pierangelo Bellettini, direttore della Biblioteca di San Giorgio in Poggiale. Alla fine, la scelta della sede espositiva è ricaduta su Santa Maria della Vita, luogo caro all’artista, che già in passato aveva ospitato sue personali.

La mostra, a cura di Laura Pasquini, figlia del letterato, e Alighiera Peretti Poggi, figlia del pittore, si propone di celebrare il Sommo Poeta, attraverso i lavori che Wolfango, negli anni tra il 1963 e il 1968, dedicò alla “illustrazione per figura” della Commedia e che la casa editrice Minerva ha raccolto nelle due pubblicazioni “Il Dante di Wolfango” e “Le similitudini di Dante per figura”, curati da Alighiera Peretti Poggi e Laura Pasquini, con i contributi di Emilio Pasquini, Eugenio Riccòmini e Sebastiana Nobili. Vi sono i disegni preparatori dell’edizione a stampa del 1972, vi sono alcuni originali delle tavole, gli stampati delle medesime e i bozzetti a tempera del menabò. La mostra presenta inoltre il corpus originale di disegni monocromi che il pittore realizzò, all’inizio degli anni Duemila, sulle “Similitudini dantesche”, temi estrapolati dal testo poetico per il loro carattere eminentemente “astorico”. In un video proiettato in una delle sale della mostra è lo stesso Wolfango a raccontare le sue scelte di illustratore e a descrivere alcuni dei disegni e delle similitudini che il visitatore potrà ammirare in mostra.  

“Il Dante di Wolfango” è un’opera unica e preziosa che racchiude la Divina Commedia interamente illustrata e raccontata dal pittore bolognese. Una raccolta di tavole che descrivono ogni Canto della Commedia, corredata da alcuni brevi commenti del professor Emilio Pasquini e impreziosita ulteriormente dai disegni preparatori che portarono alla redazione finale di una prestigiosa pubblicazione realizzata dal pittore nel 1972. A questa, si aggiunge un’importante pubblicazione inerente alle similitudini dantesche, realizzate dal pittore su pregevole carta Tintoretto con inchiostro di mallo di noce: un raffinato libro d’artista dal titolo “Le similitudini di Dante per figura”, con saggi del prof. Eugenio Riccòmini e della prof.ssa Sebastiana Nobili, professore ordinario di Letteratura italiana all’Università di Bologna.

“Wolfango è affascinato dai particolari, vuole farsi commentatore della Commedia, si sforza di comprenderla nelle pieghe: anche nelle cento tavole e nei relativi studi colpiscono le scelte singolari, la presenza dei personaggi più famosi e insieme gli studi preparatori per figure meno note – afferma Sebastiana Nobili, Professoressa ordinaria di Letteratura Italiana presso l’Università di Bologna. Wolfango, già quando illustra la Commedia nel suo complesso e ben prima di approdare alle similitudini, non traduce semplicemente in immagini il testo di Dante ma lo studia, lo sottopone ad un’analisi che è già un commento, un commento visivo appunto. Colpisce il fatto che il pittore, nel suo lavoro, scelga di scomporre le similitudini, di individuare i due termini di paragone per isolarli e poi giustapporli nuovamente in due tavole distinte”.

“Di fronte a quei fogli per me nuovi, mi trovai sorpreso, e un poco smarrito, ricorda lo storico dell’arte Eugenio Riccòmini. Avevo a mente i disegni di Wolfango per l’edizione fastosa della Commedia di cui potevo facilmente individuare l’ardua collocazione stilistica sulla scia della grande Maniera d’origine soprattutto michelangiolesca, e poi dei due Zuccari, del Cambiaso non precubista, dello stupendo disegnatore che fu Federico Barocci, di Pellegrino Tibaldi e poi dei tre Carracci. Frugando a lungo tra questi fogli che hanno destato l’attenzione di Emilio Pasquini, e ragionando un poco, mi pare di essermi reso conto che Wolfango ha forse tentato di immaginare disegni che fossero simili, e magari coevi, agli endecasillabi del poema. E tuttavia noi non abbiamo, direi, sufficiente conoscenza della rappresentazione grafica trecentesca, dei primi di quel secolo. Abbiamo, questo sì, non poche sinopie di affreschi considerando quelli d’ambito giottesco, e quelli trecenteschi della chiesa bolognese di Mezzaratta (e cioè di mezza rampa, o salita, al colle dell’Osservanza, alle porte della città). Ma disegni su carta, pochissimi. Che io rammenti a memoria, uno schizzo a penna del Petrarca, al margine di qualche suo sonetto. E forse il pittore ha qui tentato d’immaginare i disegni, inesistenti o mai giunti a noi, dei tanti e spesso splendidi rilievi marmorei o su altra pietra che si possono vedere, con appagamento e plauso, nelle opere di scalpello site nelle cattedrali romaniche o gotiche; anche se di artisti più che illustri, come l’Antelami o, in seguito, Nicola Pisano e suo figlio Giovanni, non conosciamo, ch’io sappia, nemmeno un tratto di penna, o di carboncino.”

Un progetto editoriale che ha consolidato una lunga e proficua collaborazione, quella tra la casa editrice Minerva e la famiglia Peretti Poggi. “Tante sono le pubblicazioni contenenti le opere straordinarie di Wolfango che Minerva ha avuto il privilegio di editare, sottolinea Roberto Mugavero, Editore, Minerva. Quest’anno, in occasione delle celebrazioni dei 700 anni dalla nascita del Sommo Poeta abbiamo  l’onore di aver curato insieme alla figlia Alighiera due volumi unici e preziosi. Oggi, grazie a questi libri e a questa splendida mostra, vivremo ancora più intensamente l’emozione di ammirare l’Arte di Wolfango e di condividerla con i tanti che verranno sorpresi e colpiti dalla profondità delle sue opere dantesche, poste fuori dal tempo, eterne; ed a quel sentire parteciperà, in qualche modo, anche chi non potrà essere presente”. 

“Per noi – dichiara Filippo Sassoli de Bianchi, Presidente di Genus Bononiae. Musei nella città – è motivo di grande orgoglio ospitare in una delle nostre sedi questa importante mostra, evento che celebra la ricorrenza (il settimo centenario della scomparsa di Dante) ma soprattutto che valorizza il lavoro compiuto dal Maestro Wolfango attorno alla Commedia di Dante. Wolfango è stato un artista versatile che ha saputo con il suo tocco rendere emozionante ogni opera. Crediamo che l’Oratorio di Santa Maria della Vita, così centrale e caro all’artista per aver ospitato sue opere personali e perché a Santa Maria della Vita egli convolò a nozze, sia la sede ideale per valorizzarne ulteriormente la grande opera”. “Oggi, grazie al lavoro di Alighiera Peretti Poggi, il cui nome custodisce il grande amore di suo papà per Dante, abbiamo la possibilità di vivere l’intensità di una profonda passione artistica e culturale – afferma Elena Di Gioia, Delegata alla Cultura del Comune di Bologna. Oltre alle opere, ciò che colpisce è il dialogo di Wolfango con il Sommo Poeta: dai Tarocchi, alle Similitudini. Scoprire e ritrovare la forza di questo dialogo attraverso la sua maestria, è una grandissima opportunità per la città di Bologna.”

“In Rekeep, per tradizione aziendale, – commenta Claudio Levorato, presidente di Manutencoop Società Cooperativa, holding di controllo di Rekeep S.p.A. – abbiamo sempre avuto un debole per le storie di riscatto: per chi invisibile raggiunge, attraverso l’impegno e il lavoro, il proprio giusto palcoscenico, per chi nascosto ai più trova finalmente la luce che merita. Sentiamo, da questo punto di vista, Wolfango e le sue opere molto vicine e siamo orgogliosi di poter fare ancora una volta la nostra parte per portare fuori dallo spazio privato la sua immensa e meravigliosa produzione.”“Il lavoro dantesco di Wolfango denota un approccio completo, un lavoro di studio intenso, che fa emergere una grande conoscenza del pittore della Comedia, rispetto al quale ha preso decisioni molto innovative. La curiosità verso questo prezioso elenco di opere poco conosciute del pittore bolognese, era tanta e la voglia di andare a vedere ogni cosa, ancora di più. Il Covid e le restrizioni impedirono a fatica questo primo incontro che invece si concretizzò all’inizio di settembre. L’entusiasmo per l’impresa non è mai scemato, benché purtroppo siano venuti a mancare sia Emilio Pasquini, che questa mostra l’avrebbe tanto voluta vedere e che ne avrebbe scritto e parlato, sia Graziano Campanini, che tanto si sarebbe adoperato per l’amico Wolfango. La mostra è stata realizzata grazie alla disponibilità della Fondazione Carisboe resa possibile grazie al generoso contributo di Rekeep, e i due libri che la corredano, con testi di Wolfango, Emilio Pasquini, Eugenio Riccòmini e Sebastiana Nobili, la figlia del pittore e la figlia del letterato. Compagne di liceo e amiche, sono felici di rendere omaggio, oltre che al Sommo Poeta, anche ai loro illustri Padri. Questo volume è dedicato a chi ci ha lasciato, a Graziano Campanini, a Emilio Pasquini e a Wolfango Peretti Poggi, che sappiamo ci restano accanto, concludono così le curatrici Alighiera Peretti Poggi e Laura Pasquini.

La mostra è organizzata in collaborazione con Fondazione Carisbo, Genus Bononiae, Cineteca ed è patrocinata dal Comitato nazionale per le celebrazioni dantesche, dalla Regione Emilia-Romagna, Città metropolitana, Comune e Università di Bologna. L’iniziativa è realizzata grazie al contributo di Rekeep S.p.A.