Emilia Romagna, un museo a cielo aperto

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Questa regione offre percorsi nella natura, parchi e luoghi urbani a servizio dell’arte e accolgono sculture, monumenti e fontane accessibili a tutti, oltre a installazioni di grandi artisti contemporanei create ad hoc. Dalle sculture di Arnaldo Pomodoro, alla città di Reggio Emilia ricca di opere contemporanee urbane, dai Musei en plein air di Fanano (Mo), Bedonia (Pr) e Faenza (Ra), alla creatività dei Mutoid a Santarcangelo. Dagli artisti celebri a Ravenna e Ferrara al Parco delle sculture di Santa Sofia, passando dalle Fontane di Tonino Guerra (FC). 

Delta del Po

La città di Reggio Emilia si presenta subito in veste contemporanea grazie alla Stazione Mediopadana, le gigantesche onde bianche diventate celebri e considerate una cattedrale dal design avveniristico. Ideata dall’archistar Santiago Calatrava la struttura è composta da 19 moduli di 25,4 metri, costituiti da una successione di 25 portali d’acciaio sfalsati e distanziati a un metro l’uno dall’altro che danno  un particolare ‘effetto onda’. Per realizzarla sono servite circa 14.000 tonnellate di acciaio, una volta e mezzo il peso della Tour Eiffel. A pochi metri di distanza si trova la prima di diverse opere disseminate nella città, la scultura che testimonia l’ingegno di Franco Reggiani (Reggio Emilia, 22 agosto 1926 – 10 settembre 1991) celebre designer, formata da parti fondamentali di sette differenti autovetture, dal musetto dell’Alfa P12, al cofano e all’alettone della Ferrari T5 di Villeneuve. Procedendo verso il centro, in Piazza Duca degli Abruzzi, d’un tratto spunta un secchio in lamiera con un pesce stretto all’interno del recipiente, di cui si vedono la testa e la coda. Sono 15 quintali di acciaio plasmato per una raffigurazione fuori scala, ma eccezionalmente dettagliata nei propri minimi particolari, alta circa 5 metri.

Basilica di San Vitale, Ravenna

L’opera permanente Less Than di Robert Morris, realizzata nel 2005, è stata invece pensata appositamente per il silenzioso Chiostro Piccolo all’interno del complesso monumentale dei Chiostri di S. Domenico. Morris, uno dei più significativi artisti americani del dopoguerra, è uno dei fondatori del minimalismo. Nella sede dell’Università si può ammirare l’Araba Fenice, colonna in marmo travertino realizzata da Luciano Fabro nel 2005. Particolarità dell’opera è la luce naturale dello spazio che gioca con la cangiante materia dell’opera. Danza di Astri e stelle, scultura di Eliseo Mattiacci, è stata creata ad hoc per l’ampia distesa verde che si estende a sud dell’Ex Fonderia, attuale sede di Aterballetto. Tre grandi lastre di acciaio di dieci metri comunicano con l’infinito come un libro di astronomia in continua esplorazione. https://turismo.comune.re.it/it/reggio-emilia/scopri-il-territorio/arte-e-cultura/opere-artistiche/ 

Da sinistra: Basilica di San Vitale (Ravenna); Mausoleo di Teodorico (Ravenna)

Un’opera di Arnaldo Pomodoro è stata installata recentemente a Soliera, nel modenese. È l’Obelisco per Cleopatra, opera monumentale che per i prossimi tre anni farà parte integrante del contesto urbano nella piazza antistante il Castello Campori. 14 metri di altezza, progettata per la messinscena della Cleopatra e realizzata nel 2008 in acciaio, corten e bronzo. Sempre in provincia di Modena ha un fascino tutto suo il Museo di sculture all’aperto di Fanano, raccolta di opere selezionate negli anni dal Simposio Internazionale di Sculture su Pietra, nato dall’esigenza di nuovi spazi per la scultura contemporanea all’inizio degli anni Settanta e per celebrare l’arte degli scalpellini, detti “picchiarini”, mestiere che ha origini molto antiche nel territorio. Realizzate prevalentemente con la pietra locale, il sasso di “Macchia”, le sculture sono dislocate su un territorio che coinvolge le frazioni di Lotta, Serrazzone, Trignano, Canevare, Ospitale, Fellicarolo, Trentino, con propaggini sino a Castelfranco, Maranello, Marano sul Panaro, Guiglia e Modena e sono talmente mimetizzate nel contesto urbano e naturalistico da rendere questo paesaggio unico nel suo genere. http://www.simposiodifanano.eu/mappa-ussp

Il tessuto urbano di Bedonia (Pr) ospita le sculture realizzate nell’ambito dei Simposi internazionali di Scultura in pietra arenaria di Carniglia iniziati nel 2000 con cadenza biennale. Due gli spazi dove si concentrano le opere realizzate in questa pietra particolarmente pregiata, di colore grigio intenso, che sin dall’inizio del XX secolo viene estratta vicino alla città: il centro storico e il Parco della Peschiera. Si possono ammirare opere di: Gianantonio Cristalli, Bon Gyu Lee, Olli Mantere e tanti altri.  https://bbcc.ibc.regione.emilia-romagna.it/pater/loadcard.do?id_card=78406 

Brisighella (RA)

Il percorso di opere d’arte contemporanee esposte negli spazi della città a Faenza (Ra) a partire dal primo ‘900 rappresenta nel complesso un’importante parte della storia della città. Questo Museo all’aperto, mappato dal Comune, comprende oltre 70 opere che documentano cronologicamente l’evoluzione dei vari stili e l’intreccio fra artisti faentini, nazionali ed europei. Partendo dalla porta che incornicia l’ingresso del Museo delle Ceramiche di Faenza, realizzata da Mimmo Paladino per celebrare la nomina Unesco ottenuta dal Museo nel 2011, si va alla scoperta delle altre sculture poi disseminate in tutta la città. La mappa delle opere si trova al link: http://www.comune.faenza.ra.it/Guida-ai-servizi/Settore-Territorio/La-Promozione-dell-Arte-Contemporanea/Museo-all-aperto-di-opere-d-arte-contemporanea 

Ravenna è considerata la capitale internazionale del mosaico, ma la città sa accogliere, valorizzare e far dialogare l‘antico patrimonio artistico con l’arte contemporanea. Diverse le installazioni create da grandi artisti, come nel caso del Grande Ferro R, un’opera scultorea di Alberto Burri del 1990 intervento site specific realizzato per il complesso del Palazzetto Mauro De André di Ravenna. L’opera ha come tema principale il teatro (più volte indagato dal maestro umbro), simboleggiando una scena teatrale, ma che rimanda al contempo al rapporto della città con la pineta di Lido di Classe e il Porto (richiamando nella forma anche una carena di nave rovesciata). 

Fortezza di San Leo

Due sono le sculture che si trovano di fronte al MAR, il Museo d’Arte della città di Ravenna: quella monumentale di grandi dimensioni di Mimmo Paladino, dal titolo Cavallo che si erge per più di quattro metri da terra, in cotto dipinto su un monolitico basamento ruggine e, accanto, la RotoB di Marco Bravura, opera musiva posizionata in occasione di un’edizione della Biennale del Mosaico. L’opera è una rotoballa a grandezza naturale riprodotta in tessere di mosaico dorate, realizzata dal mosaicista su una struttura in vetroresina con un diametro di 180 centimetri e 120 di profondità. Diverse sono poi le opere del giovane bolognese Davide Rivalta, artista che popola le città di tutto il mondo con massicci animali, collocandoli nei posti più impensati. Le più celebri sono le Bufale in bronzo nel prato antistante la Basilica di Sant’Apollinare in Classe posizionate davanti all’ingresso come se stessero entrando per una visita. La stessa intensità è espressa nel chiostro interno al Palazzo di Giustizia, dove si possono invece ammirare i Gorilla (Occulti latices), sempre a grandezza naturale. Sul piano simbolico, se il Palazzo di Giustizia rappresenta la dimensione etica, la coscienza civile di una società, con il suo ordinamento e le sue leggi, i Gorilla, per contro, evocano la condizione pre-culturale dell’uomo. Per informazioni: http://www.turismo.ra.it

Da sinistra: Arco d’Augusto (Rimini); Invaso Ponte di Tiberio

Il giardino pubblico di Cesena in Via Gramsci è stato restaurato nel suo aspetto ottocentesco dall’Architetto Pier Luigi Cervellati che vi ha inserito al centro un grande gazebo in ghisa. Particolarmente pregevoli per la ricchezza di decorazioni sono i due candelabri di Dublino (1880 ca.) e quello di Torino (1890); gli altri, più semplici, provengono da Parigi, Firenze, Venezia, Padova e Parma. L’allestimento, per volere della Fondazione Neri – Museo Italiano della Ghisa, si configura come un museo all’aperto dell’arredo urbano. In un lato del parco sono poi allineate alcune sculture raffiguranti i personaggi della Commedia dell’Arte (tre a sinistra e sei a destra di un ingresso). Le figure in bronzo, opera dello scultore Domenico Neri, sono state donate alla città dall’autore. Sulla facciata del nuovo cimitero di Cesena due opere in bronzo sono dello scultore, architetto e pittore Ilario Fioravanti. Dell’artista, ci sono circa 40 opere sparse sul territorio.

Castel Sismondo

Il Parco di sculture all’aperto di Santa Sofia è il più celebre museo a cielo aperto dedicato alla scultura in Romagna. Tra il fiume Bidente e il Parco delle Foreste Casentinesi, il Parco fluviale di sculture sulle rive del Bidente è in continuo mutamento, visto che si arricchisce ogni anno delle opere del Premio Campigna, assegnato nel 2020 ad Arnaldo Pomodoro con l’opera Cono tronco 1972 collocata nell’alveo del Bidente. L’itinerario, da percorrere rigorosamente a piedi, parte da Parco Giorgi, nel centro storico di Santa Sofia, e prosegue fino a località Capaccio. Aprono il percorso l’opera di Mauro StaccioliSanta Sofia ‘93 e l’opera di Hidetoshi NagasawaSotto l’albero del ginkgo. Costeggiando il fiume si trova, sulla facciata laterale di un edificio, lo specchio spezzato di Chiara Pergola e da questo punto si può scendere con una scala nell’alveo del Bidente. Qui, proseguendo verso sud si possono ammirare in successione gli interventi artistici di Anne e Patrick Poirier, Giulio De Mitricon Il giardino di Psyche e la scultura-panchina in legno di Cuoghi Corsello. Continuando sul sentiero si giunge in un pianoro sul Bidente (loc. Brusatopa), in cui troviamo le installazioni monumentali di Eliseo Mattiacci, Nicola Carrino, Luigi Mainolfi e ancora altro. Proseguendo ulteriormente lungo il sentiero è possibile raggiungere la fontana di Capaccio con le due steli di Francesco Somaini (http://www.visitsantasofia.it/it/parco-sculture/). 

Rimini, Ponte di Tiberio. Foto di Giorgio Salvatori

Parlando di Riccione, proprio davanti alla stazione campeggia Hippo, il cavallo alato creato dall’artista Marco Lodola, uno dei fondatori del gruppo Nuovo Futurismo. Il novello Pegaso è percorso da fili elettrici racchiusi nel plexiglass, che di notte si accende di luci multicolori. Sulla piazza antistante il Palazzo del Turismo si trova la Fontana del nuotatore del 1958, opera in bronzo, frutto della collaborazione tra l’architetto Elio Monesi e lo scultore Remo Brioschi. L’opera rappresenta un giovane e atletico nuotatore nell’atto di tuffarsi in mare. La statua bronzea del Santo Pontefice, opera della scultrice milanese Elena Ortica si trova invece il parco comunale Giovanni Paolo II. Davanti al Centro Culturale della Pesa si trova la scultura in marmo l’Albero, realizzata nel 1992 dall’artista rumena Andreia Bove Nastasescu. Si tratta di una delle opere di un più ampio progetto La pietra e il mare, realizzato nei primi anni ‘90 del secolo scorso, con l’intento di dar vita a un museo di sculture contemporanee a cielo aperto collocate nei diversi percorsi verdi del tessuto urbano della città. 

Da sinistra: Rimini romantica, Borgo San Giuliano; Teatro Galli

Le originali fontane in mosaico, ceramica, vetro e ferro battuto sono la firma che il poeta Tonino Guerra ha lasciato in diverse città, da Santarcangelo di Romagna a Riccione, da Cervia a Sogliano al Rubicone, passando per Poggio Berni, Sant’Agata Feltria e Torriana.

A Morciano di Romagna, in piazza Boccioni, un’opera monumentale è Colpo d’Ala del maestro Arnaldo Pomodoro, recentemente restaurata. Al centro di una vasca è collocata la scultura del noto artista contemporaneo che l’ha dedicata al pittore futurista Umberto Boccioni. Spostandosi a Rimini, situato in prossimità dell’ingresso monumentale del cimitero cittadino che accoglie le sepolture di Federico Fellini, della moglie e attrice Giulietta Masina e del figlio Pierfederico (morto a pochi giorni dalla nascita), si trova un’altra scultura realizzata da Arnaldo Pomodoro. E’ La grande Prua, composta da due pareti triangolari affiancate e conficcate nel terreno, realizzate secondo la riconoscibile poetica dell’autore.

Invaso Ponte di Tiberio, piazza sull’acqua

A Rimini troviamo una scultura di grande suggestione che rappresenta il Maestro del cinema Federico Fellini. Vicino al ponte di via Coletti tra Rivabella e San Giuliano la statua proietta un’ombra che è la sagoma del grande regista con il cappello in testa. L’opera dell’artista polacco Krysztof Bednarski è più di una scultura, si potrebbe definire un’istallazione site specific. Ogni giorno dalle 12 alle 14, ma lo si può vedere anche di notte grazie a una illuminazione ad hoc, il Maestro riappare in uno dei luoghi più felliniani di Rimini, fra le brezze salate e le nebbie evanescenti del Marecchia. In piazzetta Zavagli, in centro a Rimini, si trova l’Anello Ritrovato di Mauro Staccioli, uno dei più importanti e geniali artisti italiani del secondo Novecento. Sotto il cavalcavia della statale 16 Adriatica con via Marecchiese, è collocata la scultura L’Albero della luce creata da Nikki Rodgerson della Mutoid Waste Company composta da 300 fanali recuperati da auto usate in cui alloggiano lampade led per illuminare ed impreziosire l’opera stessa nelle ore notturne. L’opera, seguendo le regole della poetica dei Mutoid, sfrutta solo elementi di origine industriale assemblati in una forma che rappresenta quella di un albero che affonda le sue radici nell’idea del riuso e si anima in un effetto luminoso al buio. A pochi chilometri da Santarcangelo ha sede Mutonia. Si tratta del luogo in cui vivono e lavorano i componenti della Mutoid Waste Company, un gruppo di artisti nomadi che riciclano materiali di scarto per costruire grandi opere. (https://www.facebook.com/ProMutoid/). 

Facciata del Duomo, notturno, Rimini

Una “poltrona” rosa carne, trafitta da 400 frecce e sei teste di animali predatori (cobra, tigre, iena, coccodrillo, leone e lupo). È La Maestà sofferente, opera dell’artista Gaetano Pesce, collocata nell’area verde interna della sede Fiere e Congressi alta otto metri, larga dieci e lunga dodici, ispirata alle forme delle veneri paleolitiche. Lo scultore l’ha ideata come allegoria del pregiudizio maschile nei confronti della donna e l’ha recentemente donata a Ferrara.